giovedì 11 marzo 2021

Intermittent Fasting e la pratica del digiuno

 Sono ormai arrivata al quarto giorno di Intermittent Fasting 16/8

Vi dirò che questa pratica è stata accolta dal mio corpo con molto entusiasmo, ho più energia e praticamente mai senso di fame o mal di testa.

 

Certo la gestione familiare è diversa: a cena rimango in cucina con loro, ma ho delle questioni da risolvere.

La prima è che non potrò partecipare alla solita pizza del venerdì, che sia fatta in casa o acquistata  è un piatto ormai tradizionale a casa mia consumato rigorosamente sul divano davanti ad un bel film.

La seconda è il sabato sera, giorno in cui cucino qualche piatto particolare: a volte fajitas, kebab, noodles… insomma il sabato sera a casa nostra è diventato molto etnico. Sono piatti che oltretutto piacciono molto anche a me, probabilmente li mangerò il giorno successivo.

Terzo, ed è la novità di stamattina, mia figlia di 10 anni per stasera ha deciso di preparare dei pinchos (delle specie di tartine spagnole) per fare un apertitivo …  e qui non posso proprio dire di no, visto il grande impegno che ci metterà. Vi farò sapere!

 

Forse dovrei chiamarlo Intermittent Fasting diplomatico

 

Ma torniamo a noi. Fin da quando ero piccola il mantra è sempre stato “non saltare i pasti, magari mangia poco, ma mangia sempre qualcosa”. Amici che sono andati da vari dietologi/nutrizionisti, sono tornati a casa con diete di 5 pasti al giorno: i pasti principali e 2 spuntini, con l’idea che il corpo non vada mai “affamato”. Il mantra in questo caso è “meglio tanti piccoli pasti piuttosto che pochi e troppo abbondanti”. Tante proteine, pochi carboidrati, frutta, verdura e magari qualche integratore qua e là.

Poi sono entrata in contatto con persone che praticano il digiuno: una volta alla settimana o una settimana alla volta: il mantra è “il corpo si deve disintossicare”.

Se qualche volta durante la vostra vita vi siete approcciati al mondo delle diete, non necessariamente dimagranti, vi siete sicuramente accorti che si dice tutto e il contrario di tutto, ed è così che sono nate le diete a zona, la Scarsdale, quella proteica, quella con il conteggio delle calorie, quella “mangia cosa vuoi eccetto xxx”, n on mangiare prima delle 12, non saltare la colazione, la Weight Watchers, quella macrobiotica, vegana, vegetariana, crudista, ecc.

Quello che è certo è che, finalmente, si sta facendo più attenzione al tipo di alimento: si preferisce cibo integrale, poco raffinato, preparato in casa, biologico, si limitano le proteine animali a favore di legumi soia e molto altro.

Pensate che nella dieta Scarsdale che seguivo ormai 35 anni fa, e qui vado a memoria, il martedì sera potevo mangiare tutta la carne che volevo, e patto che fosse cucinata senza grassi: solitamente mi prendevo del macinato magro di vitello e mi facevo un mega hamburger… qualcosa che con le conoscenze che abbiamo adesso non è veramente più accettabile.

Diciamo che in tutta questa sovrabbondanza di informazioni, ultimamente sono stata incuriosita dalla pratica del digiuno e l’Intermittent Fasting mi è sembrato un buon compromesso: non sono ancora disposta a digiunare per uno o più giorni, ma saltare il pasto serale e concentrare tutto in 8 ore mi sembra una soluzione ottimale applicabile da chiunque. 

 


 

Nel libro “Ventuno giorni per rinascere” di Franco Berrino, Daniel Lumera e David Mariani, che vi consiglio di leggere, dedicano varie pagine a questo argomento. Berrino spiega come “La procedura base per la purificazione, presente nella tradizione di tutti i popoli, è il digiuno”, dal digiuno di Siddharta ai 40 giorni di digiuno di Gesù nel deserto, dal Ramadan alla tradizione dei greci ortodossi di non mangiare cibo animale  per 40 giorni a Natale, 48 giorni a Pasqua e 15 giorni all’Assunzione e così via.

E ancora “Oltre ad avere questi significati spirituali, il digiuno è una pratica di rispetto del corpo: mette a riposo tutti gli organi, concede loro una sorta di vacanza, di pausa dal lavoro, di tempo affinché di dedichino al proprio riequilibrio, alla rigenerazione.” Sembra infatti che l’astensione dal cibo per almenmo 16 ore, consenta alle cellule di attivare l’autofagia, un processo con cui esse di liberano di organelli e tossine presenti nelle cellule. Per dirla in modo ancora più semplice, le cellule non avendo cibo a disposizione iniziano a cibarsi delle tossine, purificandosi.

Ed è per questo che persone che praticano il digiuno per più giorni consecutivi, dopo qualche giorno iniziano ad avvertire una sensazione di benessere e maggiore energia.

 

Qual è il primo passo? Iniziare! Aggiusterete il tiro strada facendo in base alle vostre sensazioni!

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