domenica 28 febbraio 2021

Masterchef e l’amore in cucina!

Siamo nel periodo di Masterchef 10, e come succede ormai in ogni stagione, i giudici puntano tanto sul “cucinare con amore”: è un concetto così importante che a volte fanno arrivare lettere o video dai parenti dei concorrenti proprio per aiutarli a trovare la giusta ispirazione.

E’ successo anche giovedì scorso durante la 21esima puntata della decima stagione.

Forse prima di capire perché è così importante, è meglio porsi un’altra domanda: perché si cucina? 

 

gli chef Barbieri, Cannavacciuolo, Locatelli

 

Mi sono data queste risposte, ma potete aiutarmi ad allungare la lista.

 

  1. Si cucina per amore verso noi stessi 

Spesso ci dimentichiamo di coccolarci e trattarci bene. A volte non prendiamo neanche in considerazione di cucinare per noi stessi: mangiamo un panino al volo o saltiamo il pasto.

Qualcuno ha detto "Se non ami te stesso non puoi amare gli altri" e in base a questo principio dobbiamo iniziare a volerci bene e trattarci bene anche a tavola.

Quando ero piccola mia zia Marta viveva da sola e ad ogni pasto preparava la tavola con tovaglia, tovagliolo, doppio piatto, vino, doppio bicchiere... insomma apparecchiava al meglio e cucinava primo, secondo e contorno e alla fine del pasto di gustava mezzo bicchiere di vino ed un pezzettino di formaggio... tutto in dosi minime per mantenere il peso. Lei sì che aveva capito come prendersi cura di sè a tavola!


 2. Si cucina per amore

Da sempre l’atto di cucinare è legato alla famiglia, al focolare, alla convivialità, all’accoglienza: il cibo sfama, serve per la sopravvivenza e preparandolo si regala in qualche modo la vita e il benessere a qualcuno.

Chi non apprezza i pranzi della domenica dalla mamma o dalla nonna: sono momenti in cui ci si riunisce e si assaporano i piatti della nostra infanzia circondai da persone a cui vogliamo bene!

E’ anche un atto d’amore, ad esempio, verso chi non sta bene: quanto potete aver apprezzato un pasto donatovi da un amico o da un vicino di casa in un momento in cui stavate poco bene!

Cucinare per amore solitamente produce piatti saporiti e pieni di buona energia. Non sono necessariamente perfetti, ma sono molto buoni!

 

      3. Si cucina per dovere

Purtroppo è il tipo di cucina che si trova più di frequente: cuciniamo di fretta, usciamo dall’ufficio, sbrighiamo la commissioni e prepariamo la cena con quello che abbiamo in frigo, con un piatto pronto surgelato, oppure utilizziamo il delivery.

Anche se siamo stanchi dobbiamo sfamare la famiglia, questo è l’unico obiettivo.

Cucinando per dovere creiamo piatti dignitosi: sono poco saporiti, magari un po’ stracotti o un po’ crudi o poco salati… insomma abbiamo fatto il nostro “compitino”, la famiglia è sfamata.

 

      4. Si cucina per soddisfare il proprio ego

Appartengono a questa categoria le persone che cucinano per mostrare i piatti: spesso senza una preparazione adeguata sperimentano ingredienti o tecniche particolari, solo per poterlo dire agli amici o postarlo su Instagram, senza rendersi conto di produrre risultati immangiabili. Sono le persone che arrivano come concorrenti a Master Chef e quando il giudice chiede “L’hai assaggiato?”, loro rispondono “Si, a me piace così!”.

Solitamente questi piatti sono sbilanciati e un po’ “mappazzoni”, per dirla alla Barbieri.

 

       5. Si cucina per denaro

“Imparo a cucinare così trovo un lavoro o mi apro un ristorante”.

Questa è la categoria più estesa, perché comprende un po’ tutte le persone che imparano un mestiere per avere uno stipendio.

Sono persone che non si sono mai poste la domanda “cosa mi piacerebbe fare da grande?”, ma rispondono alla domanda “dove ho più probabilità di trovare lavoro?”.

E’ la categoria che comprende un po’ tutti noi: ricordo che ai miei tempi di studiava ragioneria, o si diventava infermieri, perché “non ce ne sono abbastanza” e chi non aveva molta voglia di studiare andava a “fare l’alberghiero”.

In questo caso i piatti hanno il sapore della sopravvivenza: sono decenti, senza inventiva, sempre gli stessi.

 

 

Sembra incredibile, ma i risultati che otteniamo in cucina sono direttamente proporzionali alla quantità di amore che mettiamo nei piatti.

 

Chiaramente tutto questo si può estendere a qualsiasi cosa facciamo nella nostra vita, le modalità sono le stesse e i risultati i medesimi: se non agiamo con amore, produrremo sempre risultati mediocri.

Ma come possiamo cucinare per amore se detestiamo cucinare?

Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista: non si tratta di cucinare, ma di creare un atto d’amore. Amore verso i nostri cari, ma anche per gli ingredienti, per i sapori, per l’accoglienza e per l’ospitalità.

Qualsiasi lavoro facciamo deve generare benessere nelle altre persone: la vendita di un prodotto o di un servizio, l’organizzazione di un evento, l’assistenza clienti, la creazione di un’opera d’arte, l’insegnamento, e così via.

L’amore è ingrediente principale che ci deve accompagnare durante tutta la nostra giornata!

 

Il primo passo? Rallentiamo i nostri ritmi!


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