giovedì 15 aprile 2021

Vivere nel presente e #mindfulness

La mindfulness, ma anche tutte le pratiche più o meno spirituali, parlano dell’importanza del vivere nel qui e ora.

Libro principe di questo argomento è “Il potere di Adesso” di Eckart Tolle (lo trovate qui su Amazon )

 


Perché è così importante vivere nel qui e ora? La risposta è molto semplice: l’adesso è l’unica cosa che c’è, è l’unico momento in cui possiamo agire. Il passato è passato: magari le cose non sono andate come volevamo, ma ormai non possiamo più modificarle.

Il futuro è incerto: pensare al futuro spesso ci mette ansia e paura.

Ma allora perché la nostra mente continua a vagare tra passato a futuro? Semplicemente perché questo è il suo modo di essere, la mente non è in grado di stare ferma nel momento presente. Potete fare una prova in questo momento: fermatevi, chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro. Sicuramente affioreranno tanti pensieri: cosa preparo per cena (futuro), una telefonata che non devo dimenticarmi di fare (futuro), il ricordo di una chiacchierata (passato), ecc.

Quello di cui non ci rendiamo conto è che la mente è uno strumento, non siamo noi. Il nostro sé, quello che siamo veramente è qualcosa di ben più profondo, perennemente offuscato da una mente superveloce che pensa di continuo.

Mi spiego meglio.

Dovremmo pensare alla nostra mente come ad una parte del corpo, ad esempio ad un braccio. Quando dobbiamo prendere un oggetto o aprire una porta diamo un comando al braccio che si attiva, svolge il suo compito e poi si ferma.

La nostra mente dovrebbe funzionare allo stesso modo: dobbiamo pianificare una riunione di lavoro, oppure fare la lista della spesa o un calcolo? Attiviamo la mente che svolge il suo lavoro e poi si quieta nuovamente. Invece la nostra mente si comporta come un braccio impazzito che non sta mai fermo.

Perché è così importante vivere nel qui e ora?

Perché tutte le idee, le intuizioni, la creatività non sono “pensate”, ma scaturiscono da noi una volta che la mente di zittisce.

Perché l’adesso è l’unico momento in cui possiamo agire in modo consapevole.

Perché è inutile rimuginare sul passato o essere preoccupati del futuro se adesso è l’unico vero momento in cui possiamo agire.

Perché vivendo nell’adesso si sta meglio e si è più felici.

Perché pensando al futuro rendiamo reale quello che reale non è e probabilmente non lo sarà mai.

 

Il prossimo passo?

Proviamo a fare qualche esercizio di presenza. Ogni tanto durante la giornata proviamo ad essere presenti in quello che facciamo: mentre facciamo la doccia, laviamo i piatti, ci allacciamo le scarpe, guidiamo, ecc.

#ilpoterediadesso #eckarttolle

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lunedì 12 aprile 2021

Intermittent Fasting 16/8 - Quarta e quinta settimana

Stamattina con una mia amica, con cui stiamo progettando un fantastico laboratorio esperienziale per il 12-13 giugno (dedicherò un post proprio per questo evento in modo da darvi tutte le info), ci siamo rese conto che domani inizia il Ramadan e abbiamo espresso delle considerazioni sull'importanza del digiuno.

Il digiuno non solo inteso come digiuno alimentare, ma anche un momento per digiunare dalle troppe parole, dal troppo rumore, dai troppi pensieri e rivolgere lo sguardo all'interno di noi stessi; nel momento in cui si riesce anche solo a rallentare e ci si riesce ad ascoltare, cresce la creatività, l'ispirazione e si riescono a percepire le esigenze del nostro corpo.

Da qui una riflessione su questo mio fasting che in questo periodo pasquale, nonostante tutto, è rimasto fedele a se stesso, seppur con qualche piccolo accorgimento.

Ho notato che dopo 3/4 settimane di digiuno intermittente, che comprende anche una migliore attenzione a quello che effettivamente mangio, il mio corpo non mi chiede più certi alimenti-spazzatura: o meglio, credo non me li abbia mai chiesti, ma io non lo stavo ad ascoltare. Se prima non mangiare dolci era un sacrificio, adesso è diventato un'esigenza (strano eh?). 

Tutto questo mi ricorda qualche anno fa, per un certo periodo, mangiavo solo alimenti che "non mi facevano venire sete". Non so bene perché, ma quando mi avvicinavo a certi alimenti, avevo la sensazione di non doverli mangiare: era probabilmente un periodo in cui il mio corpo stava prepotentemente manifestando le sue esigenze e faceva di tutto per farsi acoltare. Prima di prepararmi il pasto ascoltavo le mie sensazioni e cucinavo di conseguenza. Non so bene cosa avevo eliminato, sicuramente i carboidrati, i formaggi e la carne, i dolci... non avevo fatto una lista, mi ascoltavo e basta.

Adesso sta succedendo un po' la stessa cosa: questo digiuno, questo silenzio e rallentamento interiore mi sta conducendo ad entrare in contatto con le mie sensazioni ed esigenze.

Ad esempio nelle ultime 2 settimane ho introdotto i germogli: cosa c'è di meglio che nutrirsi di un seme che sta germogliando? 

Questo weekend ho anche partecupato ad un convegno onlie di Daniel Lumera il cui tema principale era il cambiamento:  tra i tantissimi ospiti e argomenti affrontati il prof. Berrino ha parlato del gomasio, un ottimo sostituto del sale a base di semi di sesamo e pochissimo sale, molto utilizzato nella cucina giapponese e macrobiotica.

Detto-fatto! Ieri pomeriggio ho preparato il mio primo barattolino di gomasio, oggi l'ho utilizzato per condire l'insalata a pranzo e devo dire che nonostante il pochissimo, sale l'insalata era buonissima! A volte basta veramente poco...

Vorrei riepilogare i principali cambiamenti delle ultime 5 settimane:

✅ Bevo almeno un bicchiere d'acqua ogni ora. E' inutile bere troppo in una volta sola, meglio poco e spesso!

✅ Ho aumentato il consumo di frutta, verdura e frutta secca. 

✅ Ho sostituito la pasta con cereali non raffinati (per esempio farro e orzo).

✅ Ho eliminato le farine raffinate, mangiando solo pane integrale fatto in casa. 

✅  Ho ridotto la carne a 1-2 volte alla settimana

✅ Ho eliminato i dolci (mangiando frutta, non se ne sente più il bisogno)

✅ Ho eliminato il latte vaccino e quasi del tutto i formaggi/latticini fatta eccezione per lo yogurt.

✅ Ho iniziato ad aggiungere germogli e semi alle insalate

✅ Utilizzo il gomasio al posto del sale

✅ Ho eliminato il caffè, sostituendolo con l'orzo solubile nelle 8 ore.

 

 Spero di non aver dimenticato nulla!

Nella foto il mio barattolino di gomasio! 😂






giovedì 8 aprile 2021

Cerco un Centro di Gravità Permanente

Nella maggior parte dei miei ultimi post, cvi esorti sempre a chiedervi quale potrebbe essere il prossimo passo, e quasi sempre il prossimo passo è osservare quello che facciamo durante la giornata, e magari annotarlo su un diario la sera.

Tendiamo a vivere in modo automatico e persino le nostre emozioni vengono generate di riflesso ad una certa situazione.

Volete degli esempi?
Vi capita di arrivare a destinazione e non ricordavi cosa è successo durante il tragitto?
Oppure di domandarvi se avete spento la tv prima di uscire di casa?
O ancora di arrabbiarvi sempre per lo stesso motivo, quasi automaticamente?
Quante volte avete detto “ero così arrabbiato da essere “fuori di me”?”

Gli esempi sono molteplici, tutti ad indicare che in qualche modo durante la giornata non siamo “presenti” in quello che facciamo, ma viviamo in una specie di dormiveglia: camminiamo e pensiamo ad altro.

Uno dei primi passi della crescita personale è l’auto-osservazione: dobbiamo essere coscienti di quello che facciamo o diciamo in ogni momento della giornata. Man mano che viviamo nel qui e ora, o, come direbbe Eckart Tolle, nell’Adesso, creiamo un testimone dentro di noi, un osservatore imparziale che porta alla nostra attenzione quello che facciamo e le emozioni che proviamo al momento.

In questo post scrivevo di quanto era importante iniziare a non lamentarsi: spesso lo facciamo in automatico senza neanche rendercene conto. Il nostro osservatore interno serve anche a questo, a portare alla nostra attenzione certi atteggiamenti.

A volte ci capita di essere presi dallo sconforto, oppure di venire trascinati in una conversazione che ci provoca delle brutte sensazioni: ed ecco che il nostro osservatore ci può portare alla consapevolezza di quello che sta succedendo aiutandoci a mantenere un certo “distacco” dalla situazione.

Inoltre sapere in ogni momento se le nostre sensazioni sono buone o no, è la base per poter utilizzare a nostro favore la Legge d’Attrazione: più le nostre sensazioni sono buone, migliore sarà la nostra vita perché continueremo ad attrarre ciò che ci fa stare bene.

Man mano che, grazie al nostro testimone, diventiamo sempre più consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre azioni, iniziamo a creare un “Centro di Gravità Permanente”, proprio come dice  Franco Battiato: entriamo in uno stato di “distaccamento” in cui la realtà non ci influenza più. Decidiamo di essere felici e lo siamo indipendentemente da tutto il resto e questo è anche il primo passo per poter creare la nostra realtà.

 


Quante volte abbiamo cantato la canzone di Battiato senza capirne il significato?

Il testo recita “Cerco un Centro di Gravità Permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente…”. Ecco, si tratta proprio di questo!

#francobattiato

#centrodigravitapermanente

martedì 6 aprile 2021

Quel che non c’è non serve – La magia delle parole

Come molti di voi sapranno, per 3 anni della mia vita ho venduto magliette e gadget di Harry Potter presso le fiere del fumetto e vi assicuro che è stata una delle esperienze più belle della mia vita.

Partire per una fiera richiedere organizzazione e meticolosità per evitare si arrivare sul posto e accorgersi di aver dimenticato qualcosa in magazzino, o non avere i pass, o avere perso per strada qualche informazione fondamentale.

Devo dire che partivo sempre con un po’ di ansia: nonostante la lista tutta spuntata e l’esperienza man mano acquisita avevo sempre paura di aver dimenticato qualcosa.

Poi la mia cara amica Lucia, proprietaria dell’attività, che spesso mi accompagnava alle fiere un giorno mi disse “guarda che quel che non c’è, vuol dire che non serve”.

Queste parole funzionarono come un balsamo: mi tranquillizzarono a tal punto che divennero un po’ il mio mantra: organizzavo tutto nel miglior modo possibile e poi, una volta partita con il furgone dicevo “e poi quel che non c’è non serve” e devo dire che è sempre andato tutto bene. Tra l’altro è una frase che utilizzo ancora adesso, è entrata a far parte della mia vita. 

 


Questo racconto riconduce ad esempio a “I quattro accordi” di Don Miguel Ruiz, maestro della saggezza sciamanica tolteca: il primo accordo (che è un impegno da prendere con se stessi) dice “Sii impeccabile con la parola”, perché le parole sono come formule magiche che possono cambiare la nostra vita in meglio o in peggio: se usate male creano l’inferno, se usate in modo impeccabile, creano bellezza, amore e il paradiso in terra.

E’ importante prestare attenzione al modo in cui parliamo a noi stessi: a volte cadiamo in pensieri tristi, limitanti e depotenzianti che possono rovinarci la vita.

Allo stesso modo dobbiamo essere attenti anche alle parole che rivolgiamo agli altri: parole usate male, spesso in modo inconsapevole, possono nuocere alle persone a cui vogliamo bene.

Parole e pensieri possono migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano, impegniamoci ad utilizzarle in modo impeccabile!

Il prossimo passo? A fine giornata proviamo a fare mente locale sugli eventi della nostra giornata e ripensiamo a cosa ci siamo detti o abbiamo detto ad un nostro familiare, ad un nostro collega di lavoro o ad una persone incontrata per caso. Siamo stati impeccabili con la parola? La prossima volta possiamo fare meglio? 

 

 Foto di chiaravi da Pixabay

 

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lunedì 29 marzo 2021

Intermittent Fasting 16/8 – Terza settimana

Sarò veramente concisa. Ho concluso anche la terza settimana. Credo che questi orari vadano benissimo per me.

Sto introducendo nuovi alimenti. Questa settimana alle insalate ho aggiunto i semi: girasole, sesamo e lino (che contengono molti omega3). Li consumo nelle insalate!

Ho scoperto che detesto i semi di papavero, ne ho un sacchettino piano e devo capire come usarli… avete qualche idea in merito?

Ho sperimentato anche delle ricette vegetariane: una zuppa di cicerchie, e la “Veggie bolognese spaghetti” di Jamie Oliver. 

 


Le cicerchie destavano la mia curiosità: molto amate da una mia ex collega di lavoro, hanno un sapore più discreto rispetto ai ceci, e sono in effetti buonissime!

La pasta “Veggie Bolognese” di Jamie Oliver l’ho preparata sabato per pranzo: una base di sedano, carote, cipolle con aggiunta di funghi porcini secchi e lenticchie. Ottimo sugo, molto apprezzato in famiglia! Vi lascio il video della ricetta… https://www.jamieoliver.com/videos/veggie-spaghetti-bolognese-super-food-family-classics-jamie-oliver/

 

Si certo è strano copiare le ricette italiane da uno chef britannico, ma i suoi video hanno un’ottima energia e in più alleno il mio inglese :-D

Ritornando alla pratica del vivere nel qui e ora sto diventando sempre più consapevole della mia sete. Ogni tanto chiudo gli occhi e cerco di capire se ho bisogno di acqua, e visto l'arrivo della primavera, mi accorgo di non bere abbastanza, anche perché gli esperti dicono che quando  si ha sete si è già un po' disidratati! Fateci attenzione anche voi! Se non basta un bicchiere ogni ora, bevete di più! Ascoltatevi! Quello che ci insegna la mindfulness è proprio questo: essere presenti a se stessi dutante la giornata e allora perché non iniziare dal cibo e da quello che il nostro corpo ci chiede?

E adesso, via con la quarta settimana! Credo che inizierò a coltivare qualche germoglio da aggiungere alle mie insalatone... una mia vecchia passione!

Vi tengo comunque aggiornati!

giovedì 25 marzo 2021

L'energia va, dove va la nostra attenzione

E’ tanto che aspetto di pubblicare questo articolo, ho sempre la sensazione che non sia abbastanza efficace, vista anche l’importanza dell’argomento. Ho pensato di scrivere questo post principalmente per dare una chiave di lettura ai nostri percorsi di crescita personale sulla base di mie esperienze.

 

Nei primi periodi in cui mi approcciavo alla legge d’attrazione e alla gratitudine ogni tanto mi succedeva di venire coinvolta in conversazioni che sembrava mi riportassero indietro: erano discorsi negativi su cui riversavo molta energia e che alla fine oltre a non portare a nessun risultato concreto, sembrava cancellassero tutto quello che di buono avevo costruito nel tempo. Lo stesso mi accadeva di fronte ai problemi: succedeva qualcosa e immediatamente mi arrabbiavo e provavo come una situazione di impotenza. Eppure leggevo e cercavo il più possibile di mettere in pratica gli insegnamenti di chi ne sapeva più di me, ogni singolo giorno. Così decisi che finché non fossi stata in grado di reggere determinate conversazioni, le avrei, per quanto possibile, evitate… ma ovviamente non si può evitare tutto!

L’alchimia sostiene che nel momento in cui si inizia un percorso di crescita personale e quindi di trasformazione interiore, inizia anche un processo di trasmutazione, si genera dentro di noi il “fuoco alchemico” che inizia piano piano a trasformarci (quello che conosciamo come trasformazione del piombo in oro) in modo irreversibile: i nostri miglioramenti, anche se piccoli, diventano permanenti, quindi tutto quello che impariamo e riusciamo a mettere in pratica non viene perso, è un piccolo gradino del nostro percorso da cui non si torna più indietro.

 

Sia dagli inizi della mia crescita personale avevo creato un “osservatore interno” che vigilava sui miei pensieri e comportamenti, lo avevo imparato da Tony Robbins: quando i miei pensieri o le mie azioni mi stavano portando lontano, perdevo cioè la focalizzazione, immediatamente il mio osservatore mi riportava sulla retta via, o per lo meno mi avvisava che ero fuori rotta.

Le prime volte semplicemente subivo completamente la situazione e l’osservatore non entrava neanche in gioco, successivamente ho iniziato a zittirlo, dicendogli che ero troppo arrabbiata o troppo preoccupata o troppo… qualsiasi cosa! Quello che per me era più difficile era mantenere il distacco in conversazioni molto pessimistiche o in situazioni negative: avete presente quando si incontra l’amico e si inizia a parlare di disoccupazione, governo, problemi vari e voi ne venite come risucchiati? Oppure succede qualcosa per cui la paura prende il sopravvento? Sono sicura che sapete di cosa sto parlando. Dove finiva la gratitudine in quel momento? La pace interiore, il vivere nel qui e ora? Anni di crescita personale buttati via… oppure no?

 


Poi un giorno la frase “l’energia va dove va la nostra attenzione” (secondo me una delle frasi cardine di The Secret) ha acquisito un significato completamente diverso: probabilmente il mio fuoco interiore mi stava trasformando. Qualsiasi situazione è positiva o negativa in base al tipo di energia che decido consapevolmente di utilizzare. È una mia scelta. Posso partecipare a conversazioni negative, a volte non se ne può fare a meno, ma senza riversarci energie o pensieri negativi, mantenendo un certo distacco. E, secondo la legge d’attrazione, più rimango positiva, più attirerò situazioni a me favorevoli, e più rimango positiva, più attirerò persone positive, migliorando la mia vita.

Siamo i i creatori della nostra realtà e le nostra realtà viene creata dai nostri pensieri e soprattutto dalle nostre emozioni, quindi non è importante cosa sta succedendo in questo momento, ma dove decido di porre la mia attenzione e di conseguenza la mia energia.

 

Il primo passo?

Create il prima possibile un osservatore interno che vi faccia da guida e vi aiuti a rimanere presenti nel qui e ora.



lunedì 22 marzo 2021

Intermittent Fasting 16/8 - Dopo due settimane

Questa seconda settimana è stata leggermente più faticosa (se volete leggere il riepilogo della mia prima settimana potete leggere questo post): la sera quasi sempre mi capitava di avere fame, ma alla fine è andata benissimo! E' proprio vero che l'importante è iniziare...

 



Al mattino a colazione alle 7 prediligo la frutta, oppure della verdura cotta se è avanzata dalla cena.

A metà mattina di solito yogurt con qualche noce.

A pranzo minestra con verdura e legumi oppure insalata mista con legumi.

Prima delle 15 mangio ancora una mela.

Rispetto alla scorsa settimana in cui non ero ancora organizzata, questa settimana ho leggermente regolarizzato i pasti, con l'obiettivo sempre e comunque di mantenermi flessibile per migliorare ulteriormente il bilanciamento dei pasti.

 Riepilogando: 

✅ Bevo almeno un bicchiere d'acqua ogni ora.

✅ Ho aumentato il consumo di frutta, verdura e frutta secca. 

✅ Ho aumentato leggermente il consumo di cereali non raffinati (per esempio farro e orzo).

✅  Ho ridotto la carne a 1 volta... ma direi che anche 2-3 volte alla settimana può andare bene. questa settimana non ne sentivo il bisogno.

✅ Ho eliminato i dolci (come dicevo mangiando frutta, non se ne sente più il bisogno)

✅ Ho eliminato il latte vaccino e quasi del tutto i formaggi/latticini fatta eccezione per lo yogurt.

✅ Ho eliminato le farine raffinate, mangiando solo pane integrale fatto in casa. Ho mangiato pasta solo 1 volta, e 1 pizza  a pranzo.

✅ Ho eliminato il caffè, sostituendolo con l'orzo solubile nelle 8 ore.

Insomma ne sto approfittando anche per mangiare meglio e ridurre le proteine animale.

Mi sono prefissata un altro obiettivo: ogni settimana voglio inserire nella mia dieta una ricetta vegetariana/vegana.

Questa settimana ho comprato il grano saraceno e ho già trovato la ricetta per un primo piatto. Stasera marito e figli faranno da cavia... se l'esperimento riesce sarà il mio pranzo di domani.

Stando tanto a casa per via del lockdown questo digiuno intermittente mi sta salvando dallo spuntino facile e dal poco movimento.

Come effetto collaterale ho perso 5 kg... spero di non ritrovarli :-D


domenica 21 marzo 2021

Lamentele e Gratitudine – La base della crescita personale

Ho sempre pensato che lamentarmi fosse un modo per manifestare il mio disappunto in merito ad una questione, per cui prima di iniziare il mio percorso di crescita personale ero solita lamentarmi, anzi, trovare quello che non andava su tutto quello che mi succedeva attorno, nella speranza che cambiasse qualcosa.

Ho poi conosciuto la Legge d’Attrazione che spiega come noi attiriamo quello a cui diamo energia, in positivo o in negativo, non importa. Questo vuol dire che se mi lamento per un episodio accaduto, attirerò altri eventi per cui lamentarmi e la situazione non potrà mai migliorare.

Andando avanti con la crescita personale si capisce come il vero cambiamento nella nostra vita può avvenire solo nel momento in cui cambiamo interiormente, perché l’”esterno” riflette l’”interno”.

Ecco è tutto qui. Bastano questi due concetti per stravolgere la nostra vita. E’ un po’ come conoscere le 7 note musicali: da qui è stata creata tutta la musica e, anche se sono solo 7, continueranno a bastare per tutta la musica a venire.

Riepiloghiamo: non ci dobbiamo lamentare perché quello che siamo interiormente si riflette sulla nostra vita.

 

Il non lamentarci non vuol dire seguire quella corrente del “pensiero positivo” in cui si fa “buon viso a cattivo gioco”: sarebbe un po’ come continuare ad asciugare una perdita in bagno senza aggiustare il tubo. Farsi andare bene le cose non vuol dire proprio niente, essere positivi a tutti i costi non farà andare meglio le cose, semplicemente ci porterà a ignorarle, ma saranno sempre lì ad aspettarci.

Tornando al discorso del bagno bisogna rompere il muro e aggiustare il tubo, allora sì che si risolve la perdita.

Il nostro primo cambiamento quindi consiste nel capire che le cose che accadono intorno a noi sono il risultato di un nostro pensiero conscio o inconscio: in qualche modo ce lo siamo attratto anche se nella maggior parte dei casi non sappiamo come e la lamentela potrà solo perpetuare questa situazione.

 


Questo è un grandissimo passo avanti di cui non possiamo che esserne grati: il mondo è perfetto così com’è perché è il riflesso di quello che siamo e ci indica in cosa dobbiamo migliorare.

 

Il primo passo?

Durante tutta la giornata iniziate ad osservare i vostri pensieri e le vostre parole, ed evitate di lamentarvi. Appena sorge una lamentela provate a dirvi “il mondo è perfetto così com’è, sono io che al momento non riesco a vederlo”.

 #gratitudine #gratitude

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martedì 16 marzo 2021

Intermittent Fasting e Mindfulness

Sono ormai arrivata al nono giorno di Intermittent Fasting 16/08.
Le sensazioni continuano ad essere buone.

Devo dire che il mio percorso di crescita personale mi sta aiutando molto.
Sto iniziando ad essere sempre più “presente” durante i pasti e durante la loro preparazione.
Presto molta attenzione agli ingredienti, alla composizione del piatto, al taglio delle verdure e al loro lavaggio.
Sgusciando molte noci la presenza è inevitabile se non si vuole correre il rischio di mangiare qualche guscio! :-D
Consumo i pasti in silenzio, assaporandoli.
Sto quasi inconsapevolmente applicando la mindfulness: in questo periodo mi sembra veramente il modo più semplice e naturale di approcciarmi alla vita. L’essere presente nel qui e ora sta diventando sempre più un modo di vivere, non un esercizio.

Il pasto è diventato un vero e proprio rito e ho l’impressione di essere più sazia del solito.

La mia mente è più rilassata, complice probabilmente l’inizio della primavera, che inonda le giornate di sole e fresca energia, a cui va tutta la mia gratitudine. Per me è sempre stato un periodo magico: anche solo stare sul balcone, ascoltare il fruscio degli alberi, guardare il cielo, mi ricarica e mi rende serena e in pace.




Questa mia attenzione al momento presente è stata anche incoraggiata dal dover scegliere con  cura gli alimenti per evitare di avere fame nelle 16 ore di digiuno: solitamente quando si ha fame si mangia qualcosa, in questo caso devo aspettare le 7 del mattino. Ho cercato di mangiare in modo equilibrato mantenendo piccole porzioni, ho evitato il cibo spazzatura, i grassi, gli zuccheri e tutti quegli alimenti che “non servono”.  Avete mai notato che dopo una cena ricca di grassi, la mattina successiva si è più affamati? Ecco volevo proprio evitare un effetto simile.

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lunedì 15 marzo 2021

Intermittent Fasting 16/8 – Dopo una settimana

So che questo è un blog principalmente incentrato sulla crescita personale, ma credo che tutte le azioni che facciamo con consapevolezza ne facciano comunque parte. Nel momento in cui iniziamo a cambiare consapevolmente qualcosa nel nostro modo di vivere e di pensare, iniziamo una vera e propria trasformazione alchemica irreversibile: questo cambiamento seppur piccolo sarà per sempre.

Ho deciso di mangiare meglio e la strada del digiuno intermittente mi è sembrata la scelta migliore, almeno per ora.

Cosa è successo in questa prima settimana? Da che basi sono partita?

Ho deciso di digiunare 16 ore al giorno e in base ai miei orari ed impegni ho deciso che avrei saltato la cena, per cui avrei fatto l’ultimo pasto alle 15 per poi ricominciare alle 7.

Ore 7 colazione

Ore 10-10,30 spuntino

Ore 12,30 pranzo

Ore 14.45 spuntino

All’inizio pensavo che avrei avuto fame, adesso so che non mi succede per cui sono più tranquilla.

 

Per quanto riguarda il tipo di alimentazione questa settimana ho:

- Bevuto molto di più (acqua o tisane senza zucchero)

-. Eliminato i dolci (ho notato che aumentando leggermente il consumo di frutta, non ne sento l’esigenza)

- Limitato la pasta a 2 volte

- Mangiato una pizza

- Consumato solo pane integrale fatto in casa

- Limitato la carne  a 3 volte

- Eliminato i caffè (ma ne prendevo già pochissimi)

 

Ho anche “trasgredito” una volta: mia figlia di 10 anni ha preparato dei pinchos (piccole tartine spagnole) da mangiare a cena: ne era molto fiera e voleva assolutamente che ne assaggiassi uno. Ne ho mangiati due. Poi il sabato sera tradizionalmente cucino qualcosa di particolare, magari etnico: questo sabato era la volta delle fajitas di pollo. Ho cenato e poi ho aggiustato gli orari: ho poi digiunato per 16 ore saltando la colazione, e poi il solito digiuno dalle 15 di domenica. Direi che è andata bene!

In questo modo ho reso il digiuno intermittente anche socialmente accettabile :-D

Per la seconda settimana farò ancora qualche piccola modifica ai pasti, non agli orari: ho pensato di non variare troppo la mia alimentazione, per lo meno non tutta in una volta per non destabilizzare troppo il mio corpo. Non ho fretta.

Al momento l’energia e buona!

 Vi lascio con una riflessione: diciamo sempre che il tempo vola, poi quando si tratta di iniziare qualcosa di diverso pensiamo che ci vorrà troppo tempo, non è curioso?




giovedì 11 marzo 2021

Intermittent Fasting e la pratica del digiuno

 Sono ormai arrivata al quarto giorno di Intermittent Fasting 16/8

Vi dirò che questa pratica è stata accolta dal mio corpo con molto entusiasmo, ho più energia e praticamente mai senso di fame o mal di testa.

 

Certo la gestione familiare è diversa: a cena rimango in cucina con loro, ma ho delle questioni da risolvere.

La prima è che non potrò partecipare alla solita pizza del venerdì, che sia fatta in casa o acquistata  è un piatto ormai tradizionale a casa mia consumato rigorosamente sul divano davanti ad un bel film.

La seconda è il sabato sera, giorno in cui cucino qualche piatto particolare: a volte fajitas, kebab, noodles… insomma il sabato sera a casa nostra è diventato molto etnico. Sono piatti che oltretutto piacciono molto anche a me, probabilmente li mangerò il giorno successivo.

Terzo, ed è la novità di stamattina, mia figlia di 10 anni per stasera ha deciso di preparare dei pinchos (delle specie di tartine spagnole) per fare un apertitivo …  e qui non posso proprio dire di no, visto il grande impegno che ci metterà. Vi farò sapere!

 

Forse dovrei chiamarlo Intermittent Fasting diplomatico

 

Ma torniamo a noi. Fin da quando ero piccola il mantra è sempre stato “non saltare i pasti, magari mangia poco, ma mangia sempre qualcosa”. Amici che sono andati da vari dietologi/nutrizionisti, sono tornati a casa con diete di 5 pasti al giorno: i pasti principali e 2 spuntini, con l’idea che il corpo non vada mai “affamato”. Il mantra in questo caso è “meglio tanti piccoli pasti piuttosto che pochi e troppo abbondanti”. Tante proteine, pochi carboidrati, frutta, verdura e magari qualche integratore qua e là.

Poi sono entrata in contatto con persone che praticano il digiuno: una volta alla settimana o una settimana alla volta: il mantra è “il corpo si deve disintossicare”.

Se qualche volta durante la vostra vita vi siete approcciati al mondo delle diete, non necessariamente dimagranti, vi siete sicuramente accorti che si dice tutto e il contrario di tutto, ed è così che sono nate le diete a zona, la Scarsdale, quella proteica, quella con il conteggio delle calorie, quella “mangia cosa vuoi eccetto xxx”, n on mangiare prima delle 12, non saltare la colazione, la Weight Watchers, quella macrobiotica, vegana, vegetariana, crudista, ecc.

Quello che è certo è che, finalmente, si sta facendo più attenzione al tipo di alimento: si preferisce cibo integrale, poco raffinato, preparato in casa, biologico, si limitano le proteine animali a favore di legumi soia e molto altro.

Pensate che nella dieta Scarsdale che seguivo ormai 35 anni fa, e qui vado a memoria, il martedì sera potevo mangiare tutta la carne che volevo, e patto che fosse cucinata senza grassi: solitamente mi prendevo del macinato magro di vitello e mi facevo un mega hamburger… qualcosa che con le conoscenze che abbiamo adesso non è veramente più accettabile.

Diciamo che in tutta questa sovrabbondanza di informazioni, ultimamente sono stata incuriosita dalla pratica del digiuno e l’Intermittent Fasting mi è sembrato un buon compromesso: non sono ancora disposta a digiunare per uno o più giorni, ma saltare il pasto serale e concentrare tutto in 8 ore mi sembra una soluzione ottimale applicabile da chiunque. 

 


 

Nel libro “Ventuno giorni per rinascere” di Franco Berrino, Daniel Lumera e David Mariani, che vi consiglio di leggere, dedicano varie pagine a questo argomento. Berrino spiega come “La procedura base per la purificazione, presente nella tradizione di tutti i popoli, è il digiuno”, dal digiuno di Siddharta ai 40 giorni di digiuno di Gesù nel deserto, dal Ramadan alla tradizione dei greci ortodossi di non mangiare cibo animale  per 40 giorni a Natale, 48 giorni a Pasqua e 15 giorni all’Assunzione e così via.

E ancora “Oltre ad avere questi significati spirituali, il digiuno è una pratica di rispetto del corpo: mette a riposo tutti gli organi, concede loro una sorta di vacanza, di pausa dal lavoro, di tempo affinché di dedichino al proprio riequilibrio, alla rigenerazione.” Sembra infatti che l’astensione dal cibo per almenmo 16 ore, consenta alle cellule di attivare l’autofagia, un processo con cui esse di liberano di organelli e tossine presenti nelle cellule. Per dirla in modo ancora più semplice, le cellule non avendo cibo a disposizione iniziano a cibarsi delle tossine, purificandosi.

Ed è per questo che persone che praticano il digiuno per più giorni consecutivi, dopo qualche giorno iniziano ad avvertire una sensazione di benessere e maggiore energia.

 

Qual è il primo passo? Iniziare! Aggiusterete il tiro strada facendo in base alle vostre sensazioni!

martedì 9 marzo 2021

Intermittent Fasting tra crescita personale e gratitudine

Da anni ormai lotto con i chili in più, ma non voglio annoiarvi su questo argomento, non è questo l’obiettivo del post. Se arriveranno risultati in questo senso ve ne parlerò.

Da qualche tempo sono stata incuriosita dall’Intermittent Fasting, un regime alimentare in cui si mangia in una finestra temporale di 8 ore e si digiuna nelle restanti 16 (Intermittent Fasting 16/8. Da qui ovviamente sono nate delle varianti tra cui il 12/12 con 12 ore di digiuno.

In base alle mie esigenze ho scelto il fasting 16/8. Faccio colazione alle 7, uno spuntino verso le 10, il pranzo alle 12,30-13 e un piccolo spuntino verso le 14,50.

Nelle altre 16 ore posso comunque bere tisane non zuccherate.

Ho iniziato ieri, senza pensarci troppo e senza essermi organizzata… insomma ho iniziato e basta!


 

 

I motivi sono essenzialmente 3.

1. Mia mamma sosteneva che "Tutto quello che si mangia prima delle 15 non fa ingrassare": non so chi glielo avesse detto o quale fosse la fonte scientifica, ma sicuramente ha un fondo di verità.

Nella maggior parte dei casi dopo cena la nostra attività fisica di riduce di molto: leggiamo o guardiamo la tv, tutte attività che consumano forse 1 o 2 calorie all’ora… Ovviamente il discorso è diverso per chi la sera va in palestra, a ballare, esce con gli amici e così via, ma sono sicura che Intermittent Fasting vada bene anche a loro, basta modificare gli orari.

Certo la cen a è un pasto importante per stare in famiglia, è veramente l’unico momento in cui ci si trova tutti assieme, ma digiunare non vuol dire andare in un’altra stanza, vuol dire stare in famiglia senza mangiare. 

2. Se una volta si diceva di fare pasti il più possibile completi perché il nostro corpo ha bisogno di tutto in ogni momento della giornata, e ci si raccomandava di non saltare i pasti, adesso si vede il digiuno come un momento di disintossicazione in cui il nostro corpo si libera dalle tossine accumulate. E’ una pratica di cui ho letto tanto lo scorso anno e non vedevo l’ora di provare!

3. Mi sembra divertente, e credo che il divertimento sia sempre alla base di tutto!


Ho iniziato ieri e ho postato qualcosa sul mio profilo Instagram attract_new_life: credo che Instagram mi aiuterà ad essere più disciplinata! Ogni tanto posto qualche foto dei miei spuntini…

:-D

 

Vi aggiornerò anche qui con vari approfondimenti! Sono molto grata per questa nuova esperienza!

Vi racconto ancora una cosa. Ieri mattina sono andata al supermercato con l’idea di acquistare qualcosa per il pranzo, e non necessariamente sano: volevo qualcosa che mi piacesse veramente tanto e che fosse di buon augurio per questo nuovo inizio.

Passando tra le corsie del supermercato, mentre cercavo il mio pranzo perfetto, ero di fronte a mille scelte e mi sono resa conto di quanta abbondanza c'è nei nostri negozi: sono stata pervasa da una profonda gratitudine.

 

La gratitudine è veramente la base della vita!

 

Alla fine ho preso pomodori, mozzarella e sgombro: questo è stato il mio pranzo insieme ad una fetta di pane integrale.



domenica 28 febbraio 2021

Masterchef e l’amore in cucina!

Siamo nel periodo di Masterchef 10, e come succede ormai in ogni stagione, i giudici puntano tanto sul “cucinare con amore”: è un concetto così importante che a volte fanno arrivare lettere o video dai parenti dei concorrenti proprio per aiutarli a trovare la giusta ispirazione.

E’ successo anche giovedì scorso durante la 21esima puntata della decima stagione.

Forse prima di capire perché è così importante, è meglio porsi un’altra domanda: perché si cucina? 

 

gli chef Barbieri, Cannavacciuolo, Locatelli

 

Mi sono data queste risposte, ma potete aiutarmi ad allungare la lista.

 

  1. Si cucina per amore verso noi stessi 

Spesso ci dimentichiamo di coccolarci e trattarci bene. A volte non prendiamo neanche in considerazione di cucinare per noi stessi: mangiamo un panino al volo o saltiamo il pasto.

Qualcuno ha detto "Se non ami te stesso non puoi amare gli altri" e in base a questo principio dobbiamo iniziare a volerci bene e trattarci bene anche a tavola.

Quando ero piccola mia zia Marta viveva da sola e ad ogni pasto preparava la tavola con tovaglia, tovagliolo, doppio piatto, vino, doppio bicchiere... insomma apparecchiava al meglio e cucinava primo, secondo e contorno e alla fine del pasto di gustava mezzo bicchiere di vino ed un pezzettino di formaggio... tutto in dosi minime per mantenere il peso. Lei sì che aveva capito come prendersi cura di sè a tavola!


 2. Si cucina per amore

Da sempre l’atto di cucinare è legato alla famiglia, al focolare, alla convivialità, all’accoglienza: il cibo sfama, serve per la sopravvivenza e preparandolo si regala in qualche modo la vita e il benessere a qualcuno.

Chi non apprezza i pranzi della domenica dalla mamma o dalla nonna: sono momenti in cui ci si riunisce e si assaporano i piatti della nostra infanzia circondai da persone a cui vogliamo bene!

E’ anche un atto d’amore, ad esempio, verso chi non sta bene: quanto potete aver apprezzato un pasto donatovi da un amico o da un vicino di casa in un momento in cui stavate poco bene!

Cucinare per amore solitamente produce piatti saporiti e pieni di buona energia. Non sono necessariamente perfetti, ma sono molto buoni!

 

      3. Si cucina per dovere

Purtroppo è il tipo di cucina che si trova più di frequente: cuciniamo di fretta, usciamo dall’ufficio, sbrighiamo la commissioni e prepariamo la cena con quello che abbiamo in frigo, con un piatto pronto surgelato, oppure utilizziamo il delivery.

Anche se siamo stanchi dobbiamo sfamare la famiglia, questo è l’unico obiettivo.

Cucinando per dovere creiamo piatti dignitosi: sono poco saporiti, magari un po’ stracotti o un po’ crudi o poco salati… insomma abbiamo fatto il nostro “compitino”, la famiglia è sfamata.

 

      4. Si cucina per soddisfare il proprio ego

Appartengono a questa categoria le persone che cucinano per mostrare i piatti: spesso senza una preparazione adeguata sperimentano ingredienti o tecniche particolari, solo per poterlo dire agli amici o postarlo su Instagram, senza rendersi conto di produrre risultati immangiabili. Sono le persone che arrivano come concorrenti a Master Chef e quando il giudice chiede “L’hai assaggiato?”, loro rispondono “Si, a me piace così!”.

Solitamente questi piatti sono sbilanciati e un po’ “mappazzoni”, per dirla alla Barbieri.

 

       5. Si cucina per denaro

“Imparo a cucinare così trovo un lavoro o mi apro un ristorante”.

Questa è la categoria più estesa, perché comprende un po’ tutte le persone che imparano un mestiere per avere uno stipendio.

Sono persone che non si sono mai poste la domanda “cosa mi piacerebbe fare da grande?”, ma rispondono alla domanda “dove ho più probabilità di trovare lavoro?”.

E’ la categoria che comprende un po’ tutti noi: ricordo che ai miei tempi di studiava ragioneria, o si diventava infermieri, perché “non ce ne sono abbastanza” e chi non aveva molta voglia di studiare andava a “fare l’alberghiero”.

In questo caso i piatti hanno il sapore della sopravvivenza: sono decenti, senza inventiva, sempre gli stessi.

 

 

Sembra incredibile, ma i risultati che otteniamo in cucina sono direttamente proporzionali alla quantità di amore che mettiamo nei piatti.

 

Chiaramente tutto questo si può estendere a qualsiasi cosa facciamo nella nostra vita, le modalità sono le stesse e i risultati i medesimi: se non agiamo con amore, produrremo sempre risultati mediocri.

Ma come possiamo cucinare per amore se detestiamo cucinare?

Dobbiamo cambiare il nostro punto di vista: non si tratta di cucinare, ma di creare un atto d’amore. Amore verso i nostri cari, ma anche per gli ingredienti, per i sapori, per l’accoglienza e per l’ospitalità.

Qualsiasi lavoro facciamo deve generare benessere nelle altre persone: la vendita di un prodotto o di un servizio, l’organizzazione di un evento, l’assistenza clienti, la creazione di un’opera d’arte, l’insegnamento, e così via.

L’amore è ingrediente principale che ci deve accompagnare durante tutta la nostra giornata!

 

Il primo passo? Rallentiamo i nostri ritmi!


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domenica 21 febbraio 2021

La Legge d’Attrazione funziona sempre

Vorrei riprendere questo concetto, perché è di fondamentale importanza che sia ben chiaro: confesso di averlo capito dopo tanto tempo e quindi vorrei condividerlo con voi, sperando vi possa essere utile quanto prima.

La Legge d'attrazione è una legge universale ed è sempre in funzione, un po’ come la forza di gravità:, ma questo cosa vuol dire esattamente?

 


 

Partiamo dalla forza di gravità.

Tale forza è sempre in funzione, anche se non ci pensiamo: non esiste un "pulsante" per attivarla.

Vi faccio qualche esempio: camminiamo posando i piedi al suolo invece di fluttuare nell’aria, possiamo versare l’acqua in un bicchiere perché “istintivamente sappiamo” che l’acqua va sempre verso il basso, saltiamo sapendo di tornare giù e così via. Per renderci conto di quanto sia importante nella nostra vita basta vedere le immagini degli astronauti quando si trovano in “assenza di gravità” e a quali difficoltà vanno incontro.

Un altro modo che abbiamo di utilizzare la forza di gravità è utilizzarla consciamente a nostro vantaggio: per esempio utilizziamo i piani inclinati per far rotolare o scivolare gli oggetti senza doverli spostare di peso, convogliamo l’acqua in canali a grande pendenza per generare energia elettrica, raccogliamo le olive facendole cadere dall’albero e così via.

Analogamente alla forza di gravità, la legge d’Attrazione è sempre in funzione… e funziona sempre, anche se non ne siamo consapevoli perché non ne conosciamo l’esistenza o non ci prestiamo attenzione.

Sappiamo che questa legge risponde ai nostri pensieri, alle nostre emozioni e alle immagini che abbiamo nella nostra mente.

Se fotografiamo la nostra vita in questo istante, quello che vediamo è esattamente quello che abbiamo attratto a livello conscio o inconscio. Sappiamo che questa legge funziona con un certo ritardo per cui i risultati ottenuti oggi dipendono dai pensieri e soprattutto dalle emozioni e dalle immagini che in passato hanno popolato la nostra mente: ieri, l'altro ieri, un mese fa o qualche anno fa. Tali risultati rappresentano già un successo, perché vuol dire che, magari inconsciamente, abbiamo ottenuto quello che abbiamo pensato.

Come per la forza di gravità, possiamo anche decidere di sfruttare la Legge d’Attrazione a nostro vantaggio modificando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le immagini che albergano nella nostra mente per ottenere i risultati che desideriamo.

Da questo punto in poi inizia il nostro percorso di crescita personale: per cambiare la nostra vita, dobbiamo prima di tutto cambiare noi interiormente in modo da produrre pensieri differenti, credendoci fino in fondo. E’ solo quando iniziamo a non lamentarci, a essere grati per quello che abbiamo e provare amore per quello che ci circonda, che la nostra vita inizierà a cambiare. E non sto parlando di adottare un finto pensiero positivo in cui semplicemente mascheriamo quello che non va, parlo di una profonda trasformazione interiore.

 

Il primo passo? Smettiamo di lamentarci cercando di vedere la bellezza in tutto quello che ci accade. 

 

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martedì 16 febbraio 2021

Siamo i creatori della nostra realtà

 

Questo concetto lo troviamo praticamente in tutti i libri new age e non, ma probabilmente non ne abbiamo capito il significato più profondo.

Decidiamo di cambiare la nostra vita, leggiamo qualcosa sulla Legge d’Attrazione, proviamo ad utilizzarla a nostro favore e poi ci lamentiamo che i risultati non arrivano come se esistesse un mondo esterno a noi in grado di darci o negarci qualcosa.

 


 

La prima cosa da capire è che, dal momento che la legge funziona sempre, la nostra vita è già di per sé un successo, perché con il nostro modo di essere abbiamo determinato i risultati che abbiamo ottenuto finora e se vogliamo in cambiamento dobbiamo partire da noi.

Nel mio libro “Trasforma la tua vita in 3 passi” (vi lascio i dettagli alla fine del post) spiego come una conoscenza di noi stessi, che può avvenire attraverso varie pratiche, tra cui il vivere nel qui e ora e la gratitudine, ci permette di capire esattamente chi siamo e cosa vogliamo.

La prima volta che si sente parlare di della Legge d’Attrazione si pensa di poter chiedere qualsiasi cosa e allora ci si lancia a chiedere cose, a volte, senza un reale senso per la nostra vita, come una villa, un auto sportiva, un viaggio da sogno. Intendiamoci sono tutti desideri più che leciti, ma a volte non rispecchiano realmente cosa vogliamo, sono solamente desideri frutto della società in cui viviamo.

Una volta che abbiamo capito cosa vogliamo veramente e abbiamo iniziato a chiederlo, dobbiamo avere fiducia che tutto questo accada, e questo può succedere solo partendo dalla profonda convinzione che non esiste un mondo esterno a noi che ci è ostile e ci ostacola, ma che il mondo che percepiamo viene creato da noi stessi e solo noi siamo in grado di modificarlo, cambiando prima noi stessi attraverso una crescita personale mirata.

 

Il primo passo? Leggere il mio libro! :-D

 

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sabato 13 febbraio 2021

Masterchef10 e l’eliminazione di Maxwell

 

Concorrente figlio di immigrati italiani, vissuto negli Stati Uniti, attualmente residente a Roma, famoso scrittore e giornalista (trovate una bella biografia qui su wikipedia).

All’inizio di Masterchef molti di noi pensavano che Maxwell sarebbe uscito quasi subito, e ci domandavamo per quale motivo fosse lì.

 


Poi con il passare delle puntate abbiamo iniziato ad apprezzarlo sotto tanti punti di vista, primo fra tutti il suo aplomb. In una competizione dove tutti corrono e gareggiano per vincere le sfide, lui in modo così tranquillo e garbato sfornava piatti favolosi. Insomma una persona colta e affascinante.

 

Perfettamente centrato nel qui e ora, cucina per il piacere di farlo, per amore verso le persone e verso le materie prime. Nella sfida esterna sul lago di Iseo, ad esempio,  mentre grigliava del pesce tutto sorridente diceva “mi sembra di stare sul mio terrazzo a Roma!”, e se seguite MasterChef sapere quanto quelle sfide siano stressanti ed impegnative, eppure con quell’atteggiamento, ha creato il piatto che ha fatto vincere la sfida.

Una persona, quindi, che racchiude quella che è l’essenza della crescita personale: amore, gratitudine, divertimento e vivere nel qui e ora.

Alla base di tutto quello che facciamo deve esserci il piacere di farlo, indipendentemente dai risultati.

Non dobbiamo correre per dimagrire, scrivere per vendere, gareggiare per vincere o aprire un negozio per fatturare: i risultati arriveranno da soli a patto di dare sempre il massimo. Certo gli obiettivi sono importanti perché ci danno una direzione, ma non devono essere obiettivi “ragionati”, ma obiettivi scelti con il cuore.

Se apriamo un ristorante e i piatti sono buoni, è vero che aumenteremo il fatturato, ma quello che più conta è che renderemo felici delle persone. Pensate a come vi sentite bene dopo che avete mangiato una buona pizza in un locale bello, accogliente, con del personale garbato e professionale.

Quando si apre una attività bisogna sempre pensare di generare benessere. Questo tipo di atteggiamento va mantenuto sempre, anche quando parliamo con i nostri amici o con i colleghi di lavoro: il dialogo deve sempre essere costruttivo e generare soluzioni e gratitudine. 

 

Il primo passo? Iniziamo ad avere un atteggiamento positivo e propositivo!


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sabato 6 febbraio 2021

MasterChef10 e l'andare oltre

Come molti di voi ormai sanno, non amo molto guardare la tv: i miei unici appuntamenti fissi sono le edizioni italiane di XFactor e Masterchef, per me sempre ricche di spunti interessanti.

Giovedì scorso nella puntata numero 15, per l’Invention Test bisognava cucinare un piatto con alcuni ingredienti forniti dallo chef Terry Giacomello, che non solo ha ottenuto una stella Michelin, ma sta anche lavorando con botanici e altri scienziati per sperimentare il cibo del futuro, come per esempio rendere edibili cortecce e bucce di banane.

 


 

La dinamica è questa: al vincitore della Mistery Box vengono dati una serie di vantaggi per superare la prova successiva, l’Invention Test, che è una prova ad eliminazione.

In questo caso “Aquila”, il vincitore della Mistery Box, ha avuto modo di incontrare lo chef Terry Giacomello, assaggiare 3 suoi piatti e, dopo aver avuto informazioni sui tipi di ingredienti e il modo di cucinarli, ha potuto scegliere cosa cucinare e cosa far cucinare ai suoi compagni.

 

Solitamente succede che il vincitore della Mistery Box si assegna il piatto più semplice o l’ingrediente a lui più congeniale, e tutti gli altri concorrenti sperano di dover preparare il piatto più facile. In questa fase tutti i concorrenti entrano in modalità “mi devo salvare, non voglio andare a casa, meglio andare sul sicuro, ecc.”.

Questo, se da una parte è un atteggiamento “ragionevole”, rimane sempre un po’ troppo conservatore e arrendevole. Come può un concorrente pensare di arrivare in finale, continuando a rimanere nella sua zona di comfort? E poi, soprattutto, perché vuole rimanere nella sua zona di comfort?  In fondo tutte le persone di successo sono tali proprio perché si spingono oltre, mettendosi continuamente in gioco! Si suppone, ad esempio, che uno chef sia curioso e abbia voglia di sperimentare nuovi gusti e nuovi piatti.

Ovviamente questo discorso vale per tutti noi!

 Se non ci spingiamo mai oltre, come facciamo a sapere fin dove possiamo arrivare?

Giovedì è successo l’inaspettato (ovviamente non è la prima volta che succede, ma è raro): Aquila ha scelto di cucinare gli ingredienti più difficili… chapeau!

Altra riflessione su Irene che si è dovuta cimentare con ingredienti strani come pigne, bacche di quercia, erba fungo e resina, ha prodotto un gran piatto e alla fine della prova, tutta felice, ha detto “’Sta pigna mi ha aperto un mondo!”.

Superando i nostri limiti possiamo sapere cosa c’è oltre e magari scoprire che quello che abbiamo trovato ci piace, e anche tanto, ma se non ci proviamo non lo sapremo mai!

 

Su MasterChef ci sarebbe da scrivere per giorni, mi impegno guardare la prossime puntare (“E’ un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo!”) per cogliere altri spunti di riflessione.

martedì 2 febbraio 2021

Il potere della #gratitudine

 Se avete letto il mio post “La via dell’adesso”, forse avete accettato la sfida dei 10 giorni, o forse no, ma sicuramente avete iniziato ad essere un po’ più attenti ai vostri pensieri e alle vostre parole.

La sfida non consiste nel negare le evidenti difficoltà che uno può incontrare, né far finta che vada tutto bene, ma volgere lo sguardo a quello che di positivo abbiamo nella vita e iniziare a trovare il lato positivo in tutte le cose. Si tratta di cambiare radicalmente il nostro modo di pensare.

Abbiamo la tendenza a focalizzarci su quelle poche cose che vanno male, senza renderci conto di tutto ciò che sta funzionando.

 

Gratitudine - Liz Murray

 

Provate a pensarci un attimo.

Probabilmente abitate in una casa riscaldata, con l’acqua corrente… la state forse dando per scontata? Provate a chiedere ad una persona di 70-80 anni che viveva con la stufa e l’acqua del pozzo che magari doveva camminare 30 km al giorno perché non c’era l’autobus o l’automobile.

Ci lamentiamo perché piove, perché nevica, perché fa caldo o fa freddo. Sono lamentele continue, quasi automatiche.

Per superare la sfida dei 10 giorni è necessario iniziare ad avere un atteggiamento di gratitudine.

La gratitudine è la base di partenza per tutto: se state seguendo un percorso di crescita personale, o volete anche solo migliorare qualche aspetto della vostra vita, la gratitudine è lo step 0, da praticare prima di iniziare qualsiasi altra cosa perché vi pone nello stato d’animo giusto per poter attrarre nella vostra vita tutto quello che volete.

Quando siete grati non siete negativi, vi impegnate a trovare la soluzione per ogni problema e volgere lo sguardo nella direzione giusta.

 

Su parla spesso di raggiungimento degli obiettivi, di pensiero positivo, di pnl, di vivere nell’adesso, di Legge d’Attrazione, ma senza gratitudine non andrete da nessuna parte.

A tal proposito potete guardare il video di Joe Vitale che ho postato qui.

 

Cosa potete fare oggi?

Come ho già spiegato, è importante, alla sera, dedicare qualche minuto a percorrere mentalmente la vostra giornata per diventare sempre più consapevoli di dove vi hanno portato i vostri pensieri, di come avete reagito a determinate situazioni e di come potete migliorare il vostro atteggiamento.

Perché vi siete arrabbiati? Perché vi siete lamentati? Potevate fare meglio? In quale momento della giornata vi siete sentiti bene? Avete gioito per qualcosa? Quali sono i risultati positivo che avete ottenuto e perché?.

A questo aggiungete qualche altro minuto dedicato alla pratica della gratitudine.

La gratitudine, almeno all’inizio va allenata. Rilassatevi e iniziate a pensare per cosa siete grati, qualsiasi cosa, anche i piccoli gesti, una telefonata, un regalo e scrivetelo, ogni giorno.

 


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