mercoledì 22 marzo 2023

Brad Pitt e la sua "Black-list"

 

Parto da un post della Pagina Facebook Cinematographe.it che ho letto stamattina: si intitolava “Brad Pitt ha una black list di attori con cui non vuole lavorare”.

Secondo l’articolo, Brad Pitt ha una “lista dei buoni” e una “lista dei cattivi”, nata da una decisione dell’attore di portare luce e gioia al mondo ed essere circondato da anime affini alla sua, desiderose di divertirsi durante le riprese.




Spesso ci viene detto di circondaci di persone positive ed evitare le persone troppo negative perché consumano la nostra energia: qualcuno definisce queste ultime “vampiri di energia”.

Il discorso potrebbe essere lungo e complesso, ma direi che possiamo partire dal porci una domanda: noi che tipo di persona siamo? Le persone che incontriamo sono felici di vederci? Quando le lasciamo stanno meglio di prima?

Qualche anno fa decisi di mantenere sempre un atteggiamento positivo, soprattutto mentre ero con altre persone: non si tratta di fingere, si tratta cercare di volgere al meglio le conversazioni e lasciare l’interlocutore un po’ più di buon umore.

Avete presente quelle conversazioni che iniziano con delle lamentele e finiscono che si è tutti tristi e depressi? Ecco questo è proprio quello che non deve succedere. Le lamentele non portano a niente, ci fanno solo stare male e non risolvono la situazione. Per contro un atteggiamento positivo e propositivo può aiutare a trovare soluzioni o semplicemente possono mettere l’interlocutore in uno stato energetico diverso che può aiutarlo a vedere una via d’uscita.

 

Passiamo ad un’altra domanda: “Io sono una persona positiva, ma a differenza di Brad Pitt non posso scegliermi i colleghi di lavoro, come faccio?”.

Questa è proprio una bella domanda!

La prima cosa è di non farci coinvolgere emotivamente. Anche a me capitano quelle conversazioni tristi e depresse, a volte sono inevitabili, soprattutto quando si capisce che da parte dell’interlocutore non c’è la minima voglia di risolvere la situazione: spesso le persone si lamentano, ma non hanno una reale volontà di migliorare la situazione, si lamentano e basta, come fosse ormai un’abitudine consolidata.

In questo caso dobbiamo semplicemente essere più forti: dopo anni di crescita personale so che le cose non stanno così, che cambiando noi stessi possiamo cambiare la nostra vita: e allora ascolto e lascio andare, come l’acqua su un’anatra! (ho trovato questa citazione in un film, non ricordo quale, ma è un’immagine che mi piace molto: l’acqua scivola via lasciando l’anatra asciutta).

 

Quello che vi posso assicurare è che se noi siamo persone positive, con una mente aperta alle soluzioni, che confidano nelle proprie capacità e piene di gratitudine verso la vita, ben presto saremo circondati da persone come noi… in qualche modo le attrarremo!

Quindi iniziamo noi ad essere le persone che vorremmo incontrare, l’amico che vorremmo avere, il compagno con cui vivere e il resto verrà da sé.

 

Anni fa su questo blog proposi la sfida dei 10 giorni di Tony Robbins, ve la ripropongo qui


martedì 21 marzo 2023

Gifted Hands, la storia di Ben Carson

Ieri sera ho visto il film “Gifted Hands”, disponibile in questi giorni su Netflix: racconta la storia del neurochirurgo Ben Carson.

E’ la storia di come un bambino di 10 anni che si definiva “stupido” (nel 1961) è diventato direttore del Dipartimento di Neurochirurgia Pediatrica al Johns Hopkins hospital (nel 1984): in soli 23 anni questo ragazzo da “stupido”, come si definiva lui, è diventato uno dei migliori neurochirurghi al mondo.

Ben ha avuto la fortuna di avere una mamma molto tenace, che lo ha spronato a dare sempre il meglio. Queste sono alcune delle frasi che lei ripete a suo figlio nel film:

“Il tuo cervello non è affatto stupido. Tu hai tutto il mondo qui dentro [nel tuo cervello]. Devi solo vedere al di là di quello che riesci a vedere”.

“Puoi fare tutto quello che vuoi nella vita se sei disposto ad impegnarti”.

“Tu puoi fare tutto quello che fanno gli altri, solo che puoi farlo meglio”.

La mamma di Ben voleva il meglio per suo figlio e lo ha motivato a studiare, ad essere curioso, e a credere in quei “doni di Dio” che abbiamo tutti e che spesso sprechiamo. Tendiamo a vivere nella mediocrità, a subire un po’ quello che succede nella nostra vita, a non essere mai protagonisti.

Forse solo per pigrizia o forse perché pensiamo di non essere all’altezza, di non essere capaci, di non meritarlo.

Se tu fossi cosciente del fatto che dentro di te hai tutto quello che ti serve per vivere la vita che vuoi, cosa faresti di diverso? Che obiettivi ti porresti? Cosa oseresti fare?

 


 

 I più grandi esperti di crescita personale ci dicono che possiamo osare oltre ogni nostra aspettativa, che possiamo porci obiettivi fantastici, sfidanti e meravigliosi, e realizzare tutto quello che vogliamo.

Leggiamo un libro di crescita personale, pensiamo di avere capito tutto e alla prima difficoltà diciamo che non funziona, che non è vero: questo perché pensiamo che la crescita personale sia un gioco, qualcosa da provare per qualche giorno per vedere come va.

La crescita personale spesso è un percorso lungo, fatto di piccoli passi quotidiani, di teoria da acquisire, interiorizzare e mettere in pratica.

Se sei molto lontano dalla vita dei tuoi sogni, è molto probabile che tu debba cambiare molte cose del tuo modo di pensare e di approcciarti alla vita.

Mi occupo di crescita personale da ormai 13 anni e continuo a imparare, a capire, a mettere in pratica, ogni giorno: certo nel frattempo sono cambiata e di conseguenza la mia vita è cambiata, ma ci sono ancora tanti punti da sistemare.

L’importante è iniziare.

giovedì 15 aprile 2021

Vivere nel presente e mindfulness

La mindfulness, ma anche tutte le pratiche più o meno spirituali, parlano dell’importanza del vivere nel qui e ora.

Libro principe di questo argomento è “Il potere di Adesso” di Eckart Tolle (lo trovate qui su Amazon )

 


Perché è così importante vivere nel qui e ora? La risposta è molto semplice: l’adesso è l’unica cosa che c’è, è l’unico momento in cui possiamo agire. Il passato è passato: magari le cose non sono andate come volevamo, ma ormai non possiamo più modificarle.

Il futuro è incerto: pensare al futuro spesso ci mette ansia e paura.

Ma allora perché la nostra mente continua a vagare tra passato a futuro? Semplicemente perché questo è il suo modo di essere, la mente non è in grado di stare ferma nel momento presente. Potete fare una prova in questo momento: fermatevi, chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro. Sicuramente affioreranno tanti pensieri: cosa preparo per cena (futuro), una telefonata che non devo dimenticarmi di fare (futuro), il ricordo di una chiacchierata (passato), ecc.

Quello di cui non ci rendiamo conto è che la mente è uno strumento, non siamo noi. Il nostro sé, quello che siamo veramente è qualcosa di ben più profondo, perennemente offuscato da una mente superveloce che pensa di continuo.

Mi spiego meglio.

Dovremmo pensare alla nostra mente come ad una parte del corpo, ad esempio ad un braccio. Quando dobbiamo prendere un oggetto o aprire una porta diamo un comando al braccio che si attiva, svolge il suo compito e poi si ferma.

La nostra mente dovrebbe funzionare allo stesso modo: dobbiamo pianificare una riunione di lavoro, oppure fare la lista della spesa o un calcolo? Attiviamo la mente che svolge il suo lavoro e poi si quieta nuovamente. Invece la nostra mente si comporta come un braccio impazzito che non sta mai fermo.

Perché è così importante vivere nel qui e ora?

Perché tutte le idee, le intuizioni, la creatività non sono “pensate”, ma scaturiscono da noi una volta che la mente di zittisce.

Perché l’adesso è l’unico momento in cui possiamo agire in modo consapevole.

Perché è inutile rimuginare sul passato o essere preoccupati del futuro se adesso è l’unico vero momento in cui possiamo agire.

Perché vivendo nell’adesso si sta meglio e si è più felici.

Perché pensando al futuro rendiamo reale quello che reale non è e probabilmente non lo sarà mai.

 

Il prossimo passo?

Proviamo a fare qualche esercizio di presenza. Ogni tanto durante la giornata proviamo ad essere presenti in quello che facciamo: mentre facciamo la doccia, laviamo i piatti, ci allacciamo le scarpe, guidiamo, ecc.

 

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lunedì 12 aprile 2021

Intermittent Fasting 16/8 - Quarta e quinta settimana

Stamattina con una mia amica, con cui stiamo progettando un fantastico laboratorio esperienziale per il 12-13 giugno (dedicherò un post proprio per questo evento in modo da darvi tutte le info), ci siamo rese conto che domani inizia il Ramadan e abbiamo espresso delle considerazioni sull'importanza del digiuno.

Il digiuno non solo inteso come digiuno alimentare, ma anche un momento per digiunare dalle troppe parole, dal troppo rumore, dai troppi pensieri e rivolgere lo sguardo all'interno di noi stessi; nel momento in cui si riesce anche solo a rallentare e ci si riesce ad ascoltare, cresce la creatività, l'ispirazione e si riescono a percepire le esigenze del nostro corpo.

Da qui una riflessione su questo mio fasting che in questo periodo pasquale, nonostante tutto, è rimasto fedele a se stesso, seppur con qualche piccolo accorgimento.

Ho notato che dopo 3/4 settimane di digiuno intermittente, che comprende anche una migliore attenzione a quello che effettivamente mangio, il mio corpo non mi chiede più certi alimenti-spazzatura: o meglio, credo non me li abbia mai chiesti, ma io non lo stavo ad ascoltare. Se prima non mangiare dolci era un sacrificio, adesso è diventato un'esigenza (strano eh?). 

Tutto questo mi ricorda qualche anno fa, per un certo periodo, mangiavo solo alimenti che "non mi facevano venire sete". Non so bene perché, ma quando mi avvicinavo a certi alimenti, avevo la sensazione di non doverli mangiare: era probabilmente un periodo in cui il mio corpo stava prepotentemente manifestando le sue esigenze e faceva di tutto per farsi acoltare. Prima di prepararmi il pasto ascoltavo le mie sensazioni e cucinavo di conseguenza. Non so bene cosa avevo eliminato, sicuramente i carboidrati, i formaggi e la carne, i dolci... non avevo fatto una lista, mi ascoltavo e basta.

Adesso sta succedendo un po' la stessa cosa: questo digiuno, questo silenzio e rallentamento interiore mi sta conducendo ad entrare in contatto con le mie sensazioni ed esigenze.

Ad esempio nelle ultime 2 settimane ho introdotto i germogli: cosa c'è di meglio che nutrirsi di un seme che sta germogliando? 

Questo weekend ho anche partecupato ad un convegno onlie di Daniel Lumera il cui tema principale era il cambiamento:  tra i tantissimi ospiti e argomenti affrontati il prof. Berrino ha parlato del gomasio, un ottimo sostituto del sale a base di semi di sesamo e pochissimo sale, molto utilizzato nella cucina giapponese e macrobiotica.

Detto-fatto! Ieri pomeriggio ho preparato il mio primo barattolino di gomasio, oggi l'ho utilizzato per condire l'insalata a pranzo e devo dire che nonostante il pochissimo, sale l'insalata era buonissima! A volte basta veramente poco...

Vorrei riepilogare i principali cambiamenti delle ultime 5 settimane:

✅ Bevo almeno un bicchiere d'acqua ogni ora. E' inutile bere troppo in una volta sola, meglio poco e spesso!

✅ Ho aumentato il consumo di frutta, verdura e frutta secca. 

✅ Ho sostituito la pasta con cereali non raffinati (per esempio farro e orzo).

✅ Ho eliminato le farine raffinate, mangiando solo pane integrale fatto in casa. 

✅  Ho ridotto la carne a 1-2 volte alla settimana

✅ Ho eliminato i dolci (mangiando frutta, non se ne sente più il bisogno)

✅ Ho eliminato il latte vaccino e quasi del tutto i formaggi/latticini fatta eccezione per lo yogurt.

✅ Ho iniziato ad aggiungere germogli e semi alle insalate

✅ Utilizzo il gomasio al posto del sale

✅ Ho eliminato il caffè, sostituendolo con l'orzo solubile nelle 8 ore.

 

 Spero di non aver dimenticato nulla!

Nella foto il mio barattolino di gomasio! 😂






giovedì 8 aprile 2021

Cerco un Centro di Gravità Permanente

Nella maggior parte dei miei ultimi post, scrivo sempre quale potrebbe essere il prossimo passo, e quasi sempre il prossimo passo è osservare quello che facciamo durante la giornata, e magari annotarlo su un diario la sera.

Tendiamo a vivere in modo automatico e persino le nostre emozioni vengono generate di riflesso ad una certa situazione.

Volete degli esempi?
Vi capita di arrivare a destinazione e non ricordavi cosa è successo durante il tragitto?
Oppure di domandarvi se avete spento la tv prima di uscire di casa?
O ancora di arrabbiarvi sempre per lo stesso motivo, quasi automaticamente?
Quante volte avete detto “ero così arrabbiato da essere “fuori di me”?”

Gli esempi sono molteplici, tutti ad indicare che in qualche modo durante la giornata non siamo “presenti” in quello che facciamo, ma viviamo in una specie di dormiveglia: camminiamo e pensiamo ad altro.

Uno dei primi passi della crescita personale è l’auto-osservazione: dobbiamo essere coscienti di quello che facciamo o diciamo in ogni momento della giornata. Man mano che viviamo nel qui e ora, o, come direbbe Eckart Tolle, nell’Adesso, creiamo un testimone dentro di noi, un osservatore imparziale che porta alla nostra attenzione quello che facciamo e le emozioni che proviamo al momento.

In questo post scrivevo di quanto era importante iniziare a non lamentarsi: spesso lo facciamo in automatico senza neanche rendercene conto. Il nostro osservatore interno serve anche a questo, a portare alla nostra attenzione certi atteggiamenti.

A volte ci capita di essere presi dallo sconforto, oppure di venire trascinati in una conversazione che ci provoca delle brutte sensazioni: ed ecco che il nostro osservatore ci può portare alla consapevolezza di quello che sta succedendo aiutandoci a mantenere un certo “distacco” dalla situazione.

Inoltre sapere in ogni momento se le nostre sensazioni sono buone o no, è la base per poter utilizzare a nostro favore la Legge d’Attrazione: più le nostre sensazioni sono buone, migliore sarà la nostra vita perché continueremo ad attrarre ciò che ci fa stare bene.

Man mano che, grazie al nostro testimone, diventiamo sempre più consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre azioni, iniziamo a creare un “Centro di Gravità Permanente”: entriamo in uno stato di “distaccamento” in cui la realtà non ci influenza più. Decidiamo di essere felici e lo siamo indipendentemente da tutto il resto e questo è anche il primo passo per poter creare la nostra realtà.

 


Quante volte abbiamo cantato la canzone di Battiato senza capirne il significato?

Il testo recita “Cerco un Centro di Gravità Permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente…”. Ecco, si tratta proprio di questo!

martedì 6 aprile 2021

Quel che non c’è non serve – La magia delle parole

Come molti di voi sapranno, per 3 anni della mia vita ho venduto magliette e gadget di Harry Potter presso le fiere del fumetto e vi assicuro che è stata una delle esperienze più belle della mia vita.

Partire per una fiera richiedere organizzazione e meticolosità per evitare si arrivare sul posto e accorgersi di aver dimenticato qualcosa in magazzino, o non avere i pass, o avere perso per strada qualche informazione fondamentale.

Devo dire che partivo sempre con un po’ di ansia: nonostante la lista tutta spuntata e l’esperienza man mano acquisita avevo sempre paura di aver dimenticato qualcosa.

Poi la mia cara amica Lucia, proprietaria dell’attività, che spesso mi accompagnava alle fiere un giorno mi disse “guarda che quel che non c’è, vuol dire che non serve”.

Queste parole funzionarono come un balsamo: mi tranquillizzarono a tal punto che divennero un po’ il mio mantra: organizzavo tutto nel miglior modo possibile e poi, una volta partita con il furgone dicevo “e poi quel che non c’è non serve” e devo dire che è sempre andato tutto bene. Tra l’altro è una frase che utilizzo ancora adesso, è entrata a far parte della mia vita. 

 


Questo racconto riconduce ad esempio a “I quattro accordi” di Don Miguel Ruiz, maestro della saggezza sciamanica tolteca: il primo accordo (che è un impegno da prendere con se stessi) dice “Sii impeccabile con la parola”, perché le parole sono come formule magiche che possono cambiare la nostra vita in meglio o in peggio: se usate male creano l’inferno, se usate in modo impeccabile, creano bellezza, amore e il paradiso in terra.

E’ importante prestare attenzione al modo in cui parliamo a noi stessi: a volte cadiamo in pensieri tristi, limitanti e depotenzianti che possono rovinarci la vita.

Allo stesso modo dobbiamo essere attenti anche alle parole che rivolgiamo agli altri: parole usate male, spesso in modo inconsapevole, possono nuocere alle persone a cui vogliamo bene.

Parole e pensieri possono migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano, impegniamoci ad utilizzarle in modo impeccabile!

Il prossimo passo? A fine giornata proviamo a fare mente locale sugli eventi della nostra giornata e ripensiamo a cosa ci siamo detti o abbiamo detto ad un nostro familiare, ad un nostro collega di lavoro o ad una persone incontrata per caso. Siamo stati impeccabili con la parola? La prossima volta possiamo fare meglio? 

 

 Foto di chiaravi da Pixabay

 

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lunedì 29 marzo 2021

Intermittent Fasting 16/8 – Terza settimana

Sarò veramente concisa. Ho concluso anche la terza settimana. Credo che questi orari vadano benissimo per me.

Sto introducendo nuovi alimenti. Questa settimana alle insalate ho aggiunto i semi: girasole, sesamo e lino (che contengono molti omega3). Li consumo nelle insalate!

Ho scoperto che detesto i semi di papavero, ne ho un sacchettino piano e devo capire come usarli… avete qualche idea in merito?

Ho sperimentato anche delle ricette vegetariane: una zuppa di cicerchie, e la “Veggie bolognese spaghetti” di Jamie Oliver. 

 


Le cicerchie destavano la mia curiosità: molto amate da una mia ex collega di lavoro, hanno un sapore più discreto rispetto ai ceci, e sono in effetti buonissime!

La pasta “Veggie Bolognese” di Jamie Oliver l’ho preparata sabato per pranzo: una base di sedano, carote, cipolle con aggiunta di funghi porcini secchi e lenticchie. Ottimo sugo, molto apprezzato in famiglia! Vi lascio il video della ricetta… https://www.jamieoliver.com/videos/veggie-spaghetti-bolognese-super-food-family-classics-jamie-oliver/

 

Si certo è strano copiare le ricette italiane da uno chef britannico, ma i suoi video hanno un’ottima energia e in più alleno il mio inglese :-D

Ritornando alla pratica del vivere nel qui e ora sto diventando sempre più consapevole della mia sete. Ogni tanto chiudo gli occhi e cerco di capire se ho bisogno di acqua, e visto l'arrivo della primavera, mi accorgo di non bere abbastanza, anche perché gli esperti dicono che quando  si ha sete si è già un po' disidratati! Fateci attenzione anche voi! Se non basta un bicchiere ogni ora, bevete di più! Ascoltatevi! Quello che ci insegna la mindfulness è proprio questo: essere presenti a se stessi dutante la giornata e allora perché non iniziare dal cibo e da quello che il nostro corpo ci chiede?

E adesso, via con la quarta settimana! Credo che inizierò a coltivare qualche germoglio da aggiungere alle mie insalatone... una mia vecchia passione!

Vi tengo comunque aggiornati!