giovedì 15 aprile 2021

Vivere nel presente e #mindfulness

La mindfulness, ma anche tutte le pratiche più o meno spirituali, parlano dell’importanza del vivere nel qui e ora.

Libro principe di questo argomento è “Il potere di Adesso” di Eckart Tolle (lo trovate qui su Amazon )

 


Perché è così importante vivere nel qui e ora? La risposta è molto semplice: l’adesso è l’unica cosa che c’è, è l’unico momento in cui possiamo agire. Il passato è passato: magari le cose non sono andate come volevamo, ma ormai non possiamo più modificarle.

Il futuro è incerto: pensare al futuro spesso ci mette ansia e paura.

Ma allora perché la nostra mente continua a vagare tra passato a futuro? Semplicemente perché questo è il suo modo di essere, la mente non è in grado di stare ferma nel momento presente. Potete fare una prova in questo momento: fermatevi, chiudete gli occhi e concentratevi sul vostro respiro. Sicuramente affioreranno tanti pensieri: cosa preparo per cena (futuro), una telefonata che non devo dimenticarmi di fare (futuro), il ricordo di una chiacchierata (passato), ecc.

Quello di cui non ci rendiamo conto è che la mente è uno strumento, non siamo noi. Il nostro sé, quello che siamo veramente è qualcosa di ben più profondo, perennemente offuscato da una mente superveloce che pensa di continuo.

Mi spiego meglio.

Dovremmo pensare alla nostra mente come ad una parte del corpo, ad esempio ad un braccio. Quando dobbiamo prendere un oggetto o aprire una porta diamo un comando al braccio che si attiva, svolge il suo compito e poi si ferma.

La nostra mente dovrebbe funzionare allo stesso modo: dobbiamo pianificare una riunione di lavoro, oppure fare la lista della spesa o un calcolo? Attiviamo la mente che svolge il suo lavoro e poi si quieta nuovamente. Invece la nostra mente si comporta come un braccio impazzito che non sta mai fermo.

Perché è così importante vivere nel qui e ora?

Perché tutte le idee, le intuizioni, la creatività non sono “pensate”, ma scaturiscono da noi una volta che la mente di zittisce.

Perché l’adesso è l’unico momento in cui possiamo agire in modo consapevole.

Perché è inutile rimuginare sul passato o essere preoccupati del futuro se adesso è l’unico vero momento in cui possiamo agire.

Perché vivendo nell’adesso si sta meglio e si è più felici.

Perché pensando al futuro rendiamo reale quello che reale non è e probabilmente non lo sarà mai.

 

Il prossimo passo?

Proviamo a fare qualche esercizio di presenza. Ogni tanto durante la giornata proviamo ad essere presenti in quello che facciamo: mentre facciamo la doccia, laviamo i piatti, ci allacciamo le scarpe, guidiamo, ecc.

#ilpoterediadesso #eckarttolle

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lunedì 12 aprile 2021

Intermittent Fasting 16/8 - Quarta e quinta settimana

Stamattina con una mia amica, con cui stiamo progettando un fantastico laboratorio esperienziale per il 12-13 giugno (dedicherò un post proprio per questo evento in modo da darvi tutte le info), ci siamo rese conto che domani inizia il Ramadan e abbiamo espresso delle considerazioni sull'importanza del digiuno.

Il digiuno non solo inteso come digiuno alimentare, ma anche un momento per digiunare dalle troppe parole, dal troppo rumore, dai troppi pensieri e rivolgere lo sguardo all'interno di noi stessi; nel momento in cui si riesce anche solo a rallentare e ci si riesce ad ascoltare, cresce la creatività, l'ispirazione e si riescono a percepire le esigenze del nostro corpo.

Da qui una riflessione su questo mio fasting che in questo periodo pasquale, nonostante tutto, è rimasto fedele a se stesso, seppur con qualche piccolo accorgimento.

Ho notato che dopo 3/4 settimane di digiuno intermittente, che comprende anche una migliore attenzione a quello che effettivamente mangio, il mio corpo non mi chiede più certi alimenti-spazzatura: o meglio, credo non me li abbia mai chiesti, ma io non lo stavo ad ascoltare. Se prima non mangiare dolci era un sacrificio, adesso è diventato un'esigenza (strano eh?). 

Tutto questo mi ricorda qualche anno fa, per un certo periodo, mangiavo solo alimenti che "non mi facevano venire sete". Non so bene perché, ma quando mi avvicinavo a certi alimenti, avevo la sensazione di non doverli mangiare: era probabilmente un periodo in cui il mio corpo stava prepotentemente manifestando le sue esigenze e faceva di tutto per farsi acoltare. Prima di prepararmi il pasto ascoltavo le mie sensazioni e cucinavo di conseguenza. Non so bene cosa avevo eliminato, sicuramente i carboidrati, i formaggi e la carne, i dolci... non avevo fatto una lista, mi ascoltavo e basta.

Adesso sta succedendo un po' la stessa cosa: questo digiuno, questo silenzio e rallentamento interiore mi sta conducendo ad entrare in contatto con le mie sensazioni ed esigenze.

Ad esempio nelle ultime 2 settimane ho introdotto i germogli: cosa c'è di meglio che nutrirsi di un seme che sta germogliando? 

Questo weekend ho anche partecupato ad un convegno onlie di Daniel Lumera il cui tema principale era il cambiamento:  tra i tantissimi ospiti e argomenti affrontati il prof. Berrino ha parlato del gomasio, un ottimo sostituto del sale a base di semi di sesamo e pochissimo sale, molto utilizzato nella cucina giapponese e macrobiotica.

Detto-fatto! Ieri pomeriggio ho preparato il mio primo barattolino di gomasio, oggi l'ho utilizzato per condire l'insalata a pranzo e devo dire che nonostante il pochissimo, sale l'insalata era buonissima! A volte basta veramente poco...

Vorrei riepilogare i principali cambiamenti delle ultime 5 settimane:

✅ Bevo almeno un bicchiere d'acqua ogni ora. E' inutile bere troppo in una volta sola, meglio poco e spesso!

✅ Ho aumentato il consumo di frutta, verdura e frutta secca. 

✅ Ho sostituito la pasta con cereali non raffinati (per esempio farro e orzo).

✅ Ho eliminato le farine raffinate, mangiando solo pane integrale fatto in casa. 

✅  Ho ridotto la carne a 1-2 volte alla settimana

✅ Ho eliminato i dolci (mangiando frutta, non se ne sente più il bisogno)

✅ Ho eliminato il latte vaccino e quasi del tutto i formaggi/latticini fatta eccezione per lo yogurt.

✅ Ho iniziato ad aggiungere germogli e semi alle insalate

✅ Utilizzo il gomasio al posto del sale

✅ Ho eliminato il caffè, sostituendolo con l'orzo solubile nelle 8 ore.

 

 Spero di non aver dimenticato nulla!

Nella foto il mio barattolino di gomasio! 😂






giovedì 8 aprile 2021

Cerco un Centro di Gravità Permanente

Nella maggior parte dei miei ultimi post, cvi esorti sempre a chiedervi quale potrebbe essere il prossimo passo, e quasi sempre il prossimo passo è osservare quello che facciamo durante la giornata, e magari annotarlo su un diario la sera.

Tendiamo a vivere in modo automatico e persino le nostre emozioni vengono generate di riflesso ad una certa situazione.

Volete degli esempi?
Vi capita di arrivare a destinazione e non ricordavi cosa è successo durante il tragitto?
Oppure di domandarvi se avete spento la tv prima di uscire di casa?
O ancora di arrabbiarvi sempre per lo stesso motivo, quasi automaticamente?
Quante volte avete detto “ero così arrabbiato da essere “fuori di me”?”

Gli esempi sono molteplici, tutti ad indicare che in qualche modo durante la giornata non siamo “presenti” in quello che facciamo, ma viviamo in una specie di dormiveglia: camminiamo e pensiamo ad altro.

Uno dei primi passi della crescita personale è l’auto-osservazione: dobbiamo essere coscienti di quello che facciamo o diciamo in ogni momento della giornata. Man mano che viviamo nel qui e ora, o, come direbbe Eckart Tolle, nell’Adesso, creiamo un testimone dentro di noi, un osservatore imparziale che porta alla nostra attenzione quello che facciamo e le emozioni che proviamo al momento.

In questo post scrivevo di quanto era importante iniziare a non lamentarsi: spesso lo facciamo in automatico senza neanche rendercene conto. Il nostro osservatore interno serve anche a questo, a portare alla nostra attenzione certi atteggiamenti.

A volte ci capita di essere presi dallo sconforto, oppure di venire trascinati in una conversazione che ci provoca delle brutte sensazioni: ed ecco che il nostro osservatore ci può portare alla consapevolezza di quello che sta succedendo aiutandoci a mantenere un certo “distacco” dalla situazione.

Inoltre sapere in ogni momento se le nostre sensazioni sono buone o no, è la base per poter utilizzare a nostro favore la Legge d’Attrazione: più le nostre sensazioni sono buone, migliore sarà la nostra vita perché continueremo ad attrarre ciò che ci fa stare bene.

Man mano che, grazie al nostro testimone, diventiamo sempre più consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre azioni, iniziamo a creare un “Centro di Gravità Permanente”, proprio come dice  Franco Battiato: entriamo in uno stato di “distaccamento” in cui la realtà non ci influenza più. Decidiamo di essere felici e lo siamo indipendentemente da tutto il resto e questo è anche il primo passo per poter creare la nostra realtà.

 


Quante volte abbiamo cantato la canzone di Battiato senza capirne il significato?

Il testo recita “Cerco un Centro di Gravità Permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente…”. Ecco, si tratta proprio di questo!

#francobattiato

#centrodigravitapermanente

martedì 6 aprile 2021

Quel che non c’è non serve – La magia delle parole

Come molti di voi sapranno, per 3 anni della mia vita ho venduto magliette e gadget di Harry Potter presso le fiere del fumetto e vi assicuro che è stata una delle esperienze più belle della mia vita.

Partire per una fiera richiedere organizzazione e meticolosità per evitare si arrivare sul posto e accorgersi di aver dimenticato qualcosa in magazzino, o non avere i pass, o avere perso per strada qualche informazione fondamentale.

Devo dire che partivo sempre con un po’ di ansia: nonostante la lista tutta spuntata e l’esperienza man mano acquisita avevo sempre paura di aver dimenticato qualcosa.

Poi la mia cara amica Lucia, proprietaria dell’attività, che spesso mi accompagnava alle fiere un giorno mi disse “guarda che quel che non c’è, vuol dire che non serve”.

Queste parole funzionarono come un balsamo: mi tranquillizzarono a tal punto che divennero un po’ il mio mantra: organizzavo tutto nel miglior modo possibile e poi, una volta partita con il furgone dicevo “e poi quel che non c’è non serve” e devo dire che è sempre andato tutto bene. Tra l’altro è una frase che utilizzo ancora adesso, è entrata a far parte della mia vita. 

 


Questo racconto riconduce ad esempio a “I quattro accordi” di Don Miguel Ruiz, maestro della saggezza sciamanica tolteca: il primo accordo (che è un impegno da prendere con se stessi) dice “Sii impeccabile con la parola”, perché le parole sono come formule magiche che possono cambiare la nostra vita in meglio o in peggio: se usate male creano l’inferno, se usate in modo impeccabile, creano bellezza, amore e il paradiso in terra.

E’ importante prestare attenzione al modo in cui parliamo a noi stessi: a volte cadiamo in pensieri tristi, limitanti e depotenzianti che possono rovinarci la vita.

Allo stesso modo dobbiamo essere attenti anche alle parole che rivolgiamo agli altri: parole usate male, spesso in modo inconsapevole, possono nuocere alle persone a cui vogliamo bene.

Parole e pensieri possono migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano, impegniamoci ad utilizzarle in modo impeccabile!

Il prossimo passo? A fine giornata proviamo a fare mente locale sugli eventi della nostra giornata e ripensiamo a cosa ci siamo detti o abbiamo detto ad un nostro familiare, ad un nostro collega di lavoro o ad una persone incontrata per caso. Siamo stati impeccabili con la parola? La prossima volta possiamo fare meglio? 

 

 Foto di chiaravi da Pixabay

 

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