sabato 8 dicembre 2012

Il senso del gol - 2 parte

Se non avete ancora letto la prima parte, vi consiglio di farlo subito.

È incredibile come il nostro corpo si adegui alla nostra volontà, ai nostri pensieri: è un po' come un reggimento che segue il proprio colonnello.

In un precedente post vi avevo fatto l'esempio della guida: se la vostra auto perde il controllo, e state per uscire di strada, l'unico modo per riprenderlo non è continuare a guardare il guard rail che man mano si avvicina, ma spostare lo sguardo sulla strada che volete percorrere.
Potrà sembrare assurdo, ma se dirigiamo la nostra concentrazione sulla strada che vogliamo percorrere, le nostre braccia i nostri piedi e tutto il nostro corpo agirà di conseguenza, propio come un soldato segue il proprio capitano.

Di esempi ce ne sono a centinaia, perché è proprio così che funziona.





Prendiamo l'esempio del calcio.
Spesso si sente dire che un attaccante ha il senso del gol, e che magari un giocatore ha il senso della posizione.

Ma cos'è il senso del gol?
Essere sempre focalizzato sulla porta, avere come unico obiettivo quello di centrare la porta con il pallone, indipendentemente dal portiere e dai difensori avversari. È solo in questo modo che un attaccante diventa un fuori classe, e ci può regalare momenti di grande emozione.

Fate sempre in modo che siano i vostri pensieri a guidarvi. Come conseguenza sceglieteli accuratamente: pensieri casuali vi portano ad una vita... casuale, in balia degli eventi. Decidete cosa volete e non fatevi distrarre da niente e da nessuno.

Baci

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